Chi ha letto Poverina di Chiara Galeazzi sì è trovato di fronte a un paradosso: pensare che l’autrice sia un po’ stronza e allo stesso tempo pentirsene perché poverina, dai, ha da poco avuto un ictus.
Proprio su questo conflitto, con una penna ironica e tagliente, Galeazzi ci racconta i momenti seguenti all’emorragia celebrale che a 34 anni l’ha semi paralizzata.
Un viaggio tra la malattia, gli ospedali, il recupero e l’atteggiamento degli altri.
Poverina Chiara Galeazzi recensione
I pensieri che ci accompagnano nella lettura sono graffianti e pungenti, non sempre vicini al politically correct (per questo ho osato usare ironicamente l’aggettivo stronza prima, senza voler in qualche modo attaccare la persona – ci mancherebbe) ma sicuramente onesti e veritieri: quante volte di fronte ad un “ma pensa a chi sta peggio di te” abbiamo pensato “sì, ma cosa me ne frega? Come può aiutarmi?”.
Ecco l’autrice concretizza tutto questo.
L’umorismo presente rende la storia leggera, non deprimente, ma crea anche una corazza sentimentale che ho trovato abbastanza dura da espugnare. Verso la fine, quando possiamo dire che il peggio è passato, ho trovato un’apertura emotiva più concreta, facendo intravedere una fragilità che è stata lievemente coperta dalle risate, ma che si intravede sin dall’inizio.
Voto: 7,5
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