In un futuro lontano la popolazione svedese sarà divisa in utili e dispensabili. Quest’ultimi sono coloro che non sono riusciti a crearsi una famiglia e a procreare.
Quando l’orologio biologico scatta sull’ora X, uomini e donne sono condotti all’Unità: una struttura in cui vengono sottoposti a test farmacologici, psicologici e fisici, obbligati a dover donare i loro organi a chi è più meritevole e a concludere la loro vita con la “donazione finale”. Dorrit, rassegnata al suo destino, vedrà sbocciare in lei una felicità che la costringe a ripensare a ogni cosa.
L’unità Ninni Holmqvist recensione
L’unità di Ninni Holmqvist è un distopico con una trama (e un’idea) importante e disturbante: il pensiero di essere delle cavie, di non essere più utili e il relativo valore che si dà all’esistenza del singolo sono gli elementi centrali del libro.
La storia viene raccontata attraverso le parole di Dorrit ma non emerge mai l’emotività della protagonista se non per alcuni frammenti. È come se tutto venisse vissuto in maniera passiva e di conseguenza al lettore non perviene mai il brivido (di paura o di felicità) che la percorre.
Questa pellicola di isolamento sentimentale ha reso meno travolgente la mia esperienza di lettura.
Un peccato perché il contesto è molto forte e avrei sinceramente apprezzato un maggiore coinvolgimento.
L’unità è comunque un libro che fa riflettere, molto – anche in ottica di capitalismo legato a cure mediche – e non lascia indifferente il lettore per i temi trattati.
Sono sicuro che nelle vostre librerie, e in particolare in quelle degli amanti dei distopici, si troverà bene.
Voto: 7,5
Ho ricevuto una copia di questo libro da parte di Fazi che ringrazio.
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