
In una Londra del futuro prende forma un misterioso progetto: alcune persone vengono estrapolate dalla loro epoca per testare gli effetti del viaggio sul tempo sugli esseri umani. I “ponti” sono coloro che devono agevolare l’ambientazione degli “espatriati” nella nuova epoca in cui ora si trovano. Graham Gore dal 1847 sembra vivere bene la scoperta di Spotify, della lavatrice e la nuova vita insieme al suo “ponte” fin quando dovrà fare i conti con le proprie scelte e il proprio futuro.
Il ministero del tempo Kaliane Bradley recensione
Il ministero del tempo di Kaliane Bradley si propone come una combinazione di fantascienza e (quasi) romance senza però mai sbilanciarsi da una parte precisa.
I primi 3/4 del libro sembrano in verità uno studio sociologico sugli espatriati dove però è ben evidente il collegamento con le persone immigrate di oggi. Se quindi ci si aspettava un po’ di movimento si può rimanere delusi da ciò.
La storia poi prende una piega diversa, non completamente inaspettata, e onestamente non so neanche come pormi davanti a quello che ho letto. Attenzione però: questa affermazione non è da leggere né in senso negativo né in senso positivo.
La verità è che non so se l’ho pienamente capito.
Non so se l’ho pienamente apprezzato.
Il ministero del tempo è sicuramente un libro denso e non di immediata fruizione che forse necessita di almeno 2 letture per capirlo appieno.
Lascio a voi l’ardire di farlo.
Voto: 7+
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