Recensione:
Cambiare l’acqua ai fiori – Valérie Perrin

Cambiare l'acqua ai fiori Valérie Perrin recensione
  • E/O
  • 430 pagine

  • Apprezzamento

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Ci sono libri che ti chiamano.
Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin è stato uno di questi.
Lo vedevo ovunque: in vetrina, in biblioteca, su internet.
Alla fine sono entrato in una libreria e l’ho comprato, senza focalizzare bene la copertina: solo mentre lo leggevo ho capito che quelle sullo sfondo erano lapidi.
Cambiare l’acqua ai fiori Valérie Perrin recensione
Violette Toussaint è infatti la guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna che ha una parola di conforto per chiunque venga a trovare chi non c’è più. Un giorno un poliziotto si presenta con una strana richiesta: sua madre ha espresso la volontà di essere sepolta nella tomba di un signore del posto. Questo signore però non era suo marito. Da qui cominceremo a rivivere le vite della guardiana del cimitero e di quella signora.

È un libro d’amore e di sofferenza, che ad un certo punto ha una svolta inattesa e diventa quasi un libro giallo. È intenso e delicato, ponendo una nota ironica su un argomento non semplice.

Sul finale c’è uno sviluppo e una caratterizzazione inattesa di qualche personaggio che ce li farà guardare con occhi diversi.
Personalmente avrei preferito un libro con 100 pagine in meno, evitando qualche episodio sulla madre del poliziotto: a lungo andare le cose diventano un pochino ripetitive e stancanti.

Nel complesso però sono rimasto soddisfatto, un pochino sotto le mie aspettative iniziali, ma offre una buona storia.

Voto: 8,5


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