Sebastian Fitzek torna in Italia dopo anni di assenza con un libro che parla (anche) di violenza domestica.
Portami a casa Sebastian Fitzek recensione
Jules Tannberg sta sostituendo un amico ad una linea antiviolenza quando una chiamata catalizza la sua attenzione. Klara sostiene di aver chiamato per sbaglio ma gli confida anche di essere stata seguita e aggredita da un uomo che ha scritto con il sangue la data della sua morte. Jules conosce bene quel modus operandi perché è lo stesso del famoso “Killer del calendario”. Comincia così una lunga notte da incubo.
Portami a casa di Sebastian Fitzek è un thriller molto crudo dove i crimini sessuali perpetuati e raccontati mi hanno messo in seria difficoltà, nonostante io riesca a ben sopportare questo genere di letture.
Fitzek, nella chiacchierata che ci ha regalato Fazi, mi ha confidato che questo disagio l’ha riscontrato maggiormente nei suoi lettori rispetto che nelle sue lettrici. Un dettaglio particolare che mi è rimasto impresso.
Il libro è molto scorrevole, appeso ai due capi di una linea telefonica con i due protagonisti che si parlano.
Il finale è in linea con lo stile di Fitzek: molto esuberante, frenetico e abbagliante.
Non lo si vede arrivare ma quando ci si scontra con esso è una bella botta.
Se in positivo o in negativo dipende dai gusti 😉
Voto: 7+
Ho ricevuto una copia di questo libro da parte di Fazi che ringrazio.
Vuoi commentare questo libro?
Ti aspetto su Instagram: clicca qui!