Recensione:
Un buon posto in cui fermarsi – Matteo Bussola

Un buon posto in cui fermarsi Matteo Bussola recensione
  • Einaudi
  • 160 pagine

  • Apprezzamento

  • Compralo su Amazon

In Un buon posto in cui fermarsi Matteo Bussola scrive di uomini e delle loro fragilità emotive, fisiche e psicologiche attraverso dei racconti lunghi dalle 5 alle 20 pagine.
Un buon posto in cui fermarsi Matteo Bussola recensione
Il meccanismo che ha caratterizzato Il rosmarino non capisce l’inverno è ovviamente più evidente (o forse ci ho prestato più attenzione io) e giustamente Bussola non ricerca lo stesso effetto. 

In una catena di situazioni diverse, chi legge si ritrova ad emozionarsi più con una che con l’altra storia.

La costruzione dei racconti mi è sembrata leggermente più articolata rispetto a Il rosmarino non capisce l’inverno forse perché si sono ricercate situazioni più specifiche o semplicemente perché è più difficile empatizzare con un uomo fragile e quindi ci vuole più tempo per addentrarsi nella sua mente? A voi l’ardua sentenza (semi cit.).

Una bella lettura che, come il libro specchio precedente, fa riflettere ma che mi è parsa leggermente meno d’impatto.

Voto: 8

PS: Il rosmarino non capisce l’inverno e Un buon posto in cui fermarsi non sono considerati una serie ma l’idea che c’è alla base degli stessi li rende estremamente connessi. Consiglio di leggere prima Il rosmarino non capisce l’inverno.


Vuoi commentare questo libro?
Ti aspetto su Instagram: clicca qui!